mercoledì 8 agosto 2012

PICCOLE DONNE e PICCOLE DONNE CRESCONO di Louise May Alcott

Ho deciso di parlare di questi due libri in un unico post perché è vero che in origine vennero pubblicati separatamente, ma l'autrice stessa li considerava due parti dello stesso romanzo. In America è tuttora pubblicato in un unico libro (le stesse trasposizioni cinematografiche dimostrano come venga considerato un unico romanzo); mentre in Italia, come in Francia e altri paesi, viene sempre separato in due parti distinte, rispettivamente "Piccole donne" e "Piccole donne crescono".

Le protagoniste sono le quattro sorelle March: Meg, Jo, Beth e Amy; ognuna con il proprio carattere, le proprie passioni e le proprie aspettative per il futuro. Molto diverse tra loro, ma unite da un forte sentimento di famiglia e di amore reciproco. Attorno a loro ruotano altri importanti personaggi come la madre; la fedele donna di servizio Hannah; l'anziana zia March, benestante e bisbetica; il signor Laurence, il facoltoso e generoso vicino di casa e il suo giovane e affascinante nipote Laurie. Il primo romanzo racconta le avventure delle sorelle March durante l'anno trascorso senza il padre, perché impegnato in guerra. Un anno difficile, in cui tutte loro cercano di dare un contributo, sostenendo la madre e impegnandosi insieme a mandare avanti la casa; senza mai perdere il buon umore e la buona volontà.
Nel secondo romanzo, come nel primo, i problemi sono quelli che affrontano tutte le ragazze che stanno crescendo: i primi amori, le prime delusioni, il confronto con la morte e le difficoltà di entrare nel mondo degli adulti. Meg si è sposata e ha avuto due figli. Jo è decisa a coltivare la sua passione per la scrittura e si trasferisce a New York. Amy è in procinto di partire per l'Europa in compagnia della zia March, un viaggio che le farà scoprire l'amore. Mentre la povera Beth, sempre stata di salute cagionevole, è contenta di rimanere a casa ad occuparsi della madre, ma una malattia la strapperà prematuramente all'amata famiglia.

La conoscenza che avevo di questa storia deriva dal cartone animato "Una per tutte, tutte per una", che guardavo quando ero piccola. Abbastanza fedele al libro e con un titolo che esprime appieno il sentimento che lega queste giovani donne. Si tratta di un romanzo per adolescenti ed io sono "leggermente" fuori età; ma l'ho letto solo ora perché, quando ero più giovane, i miei interessi letterari erano diversi e leggevo soprattutto i libri della collana "Piccoli brividi". Nonostante la mia età, e l'età del libro, non mi ha deluso e l'ho trovato interessante, appassionante e ancora attuale. Le tematiche affrontate sono molte, le protagoniste sono adolescenti come tante, con caratteri e inclinazioni diverse; quindi anche un'adolescente dei giorni nostri può rispecchiarsi in una di loro e seguirla lungo il cammino che la porterà all'età adulta.

Ho trovato molto interessante il personaggio della madre, una donna stoica e coraggiosa, costretta a farsi carico della famiglia in un periodo non dei migliori. Molto orgogliosa delle sue figlie e della loro vita. All'inizio sembra un personaggio marginale, ma proseguendo nella lettura, si capisce che è grazie a lei che quelle quattro ragazza sono così intelligenti, umili e affrontano la vita a testa alta, senza perdere il sorriso anche nei momenti peggiori. Non è una madre autoritaria, del tipo "è così perché lo dico io!", ma è comprensiva e impartisce lezioni fondamentali e necessarie in modo molto discreto e tranquillo, lasciando che le sue "bambine" capiscano gli errori fatti e risolvano i loro problemi da sole, senza però perderle di vista e rimanendo dietro le quinte pronta a dare dei preziosi consigli.
Il tutto è condito da un estremo "buonismo", che risulta forse eccessivo agli occhi di una donna che vive nel mondo reale... La sensazione, nel leggere alcune parti, è stata simile a quella che si prova guardando le pubblicità del Mulino Bianco: famiglia perfetta con figli perfetti a cui non può succedere niente di male, tutti sono sempre felici e ad ogni ingiustizia si porge sempre l'altra guancia. Un micro-mondo utopistico e, a volte, un po' stucchevole. Anche la morte di Beth è trattata con tanta naturalezza e accettazione, senza drammi né disperazioni, da sembrare un  po' finta e costruita; coerente con il loro piccolo mondo "perfetto", ma non applicabile alla nostra vita di tutti i giorni.

Come si può vedere dalla foto, la mia edizione di "Piccole donne" fa parte dei Mammut della Newton Compton Editori (che io adoro per le copertine). Questo gigantesco volume (comprende anche "Piccoli uomini", "I ragazzi di Jo" e "Un lungo, fatale inseguimento d'amore") inizia con una splendida introduzione di Chiara Gamberale, che ho trovato molto divertente e appassionata; da quelle poche pagine traspare tutto l'amore e la passione che questa scrittrice prova per il romanzo della Alcott. Come se non bastasse c'è anche un'intelligente e poetica premessa di Berenice. Questi due elementi aggiuntivi mi hanno fatto amare questo romanzo ancora prima di cominciare a leggerlo.

Senza alcun dubbio è un intramontabile capolavoro della letteratura mondiale. Un bel romanzo per le piccole donne di ieri, oggi e domani. E per chi oramai non è più un' adolescente, è un'occasione per ridere del fatto che, in quegli anni, una ragazza di 25 anni non ancora sposata veniva considerata una vecchia zitella...a me fa sempre sorridere molto.

VOTO: 8.5/10

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