martedì 21 aprile 2015

QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE di Sofia Domino

Sofia Domino è una giovane autrice italiana. Come la sorella Rebecca, il cui romanzo La mia amica ebrea ho già recensito, ha scritto un libro che parla delle terribili condizioni degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Entrambe hanno pubblicato i loro romanzi il Giorno della Memoria dell'anno scorso (27 Gennaio 2014). Io ve li avevo presentati entrambi in questo post.
Con incredibile ritardo, e per questo mi scuso con entrambe le autrici, oggi vi parlo di "Quando dal cielo cadevano le stelle".

Lia è una ragazzina italiana di tredici anni, piena di sogni e di allegria, con l'unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Con le leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli. Passano gli anni, in cui Lia non perde la speranza di riuscire un giorno a vedere la fine della guerra, ma nessuno l'ha preparata alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre del 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo. Lia sarà deportata ad Auschwitz con tutta la sua famiglia e da quel giorno avrà inizio il suo incubo: i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, sperare, amare e vivere. Ma Lia ha un'incredibile determinazione. Quella determinazione brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e nonostante tutto le farà amare ancora la vita.


Quando si parla di Olocausto si fa presto a pesare alle cattiverie commesse dalla Germania verso gli ebrei, ma questo romanzo ci permette di rivolgere lo sguardo anche a casa nostra, in Italia, e ci ricorda che purtroppo anche noi abbiamo la nostra dose di colpe per quello che è accaduto. Molti sono stati gli ebrei italiani deportati in campi di concentramento e molto pochi sono tornati alla fine della guerra. Noi italiani tendiamo ad avere la memoria corta, a girarci dall'altra parte, e romanzi come questo possono aiutarci a non dimenticare, per non commettere più gli stessi errori.

La scrittura è molto semplice e il gran numero di dialoghi, più botta e risposta che dialoghi lunghi, fa in modo che la storia scorra velocemente nonostante siano più di quattrocento pagine. Purtroppo la carenza di descrizioni, sia dei personaggi, degli ambienti, ma anche delle emozioni provate da Lia non permettono un vero e proprio coinvolgimento del lettore nella storia. Credo che sia molto difficile far trasparire, attraverso le pagine di un libro, emozioni che non si sono mai provate sulla propria pelle, ma solo riportate e ascoltate da altri.

Il lavoro di documentazione che ha fatto Sofia Domino per scrivere questo romanzo è sicuramente immane, lo si può notare benissimo dalle molte note a piè di pagina che l'autrice ha inserito. Tutto questo è sicuramente necessario per capire meglio il contesto e il periodo in cui tutta la storia si svolge.
Le descrizioni di ciò che subivano gli ebrei sono estremamente dettagliate, ma forse questo rende il racconto un po' ripetitivo (ogni giorno è uguale a quello precedente) e va a discapito delle descrizioni di sentimenti, emozioni, paure e riflessioni che sono carenti, se non assenti, per gran parte del romanzo. Questa poteva essere una buona strategia di scrittura per far capire al lettore la terribile situazione all'interno dei campi di concentramento. Una volta deportati i giorni si svolgevano tutti nello stesso modo e aveva inizio il processo di annullamento della personalità, che era uno degli scopi principali dei nazisti nei confronti dei reclusi. Se questa strategia fosse stata usata solo nella parte che riguarda la prigionia di Lia e della sua famiglia avrebbe creato un impatto più profondo, ma purtroppo è uno stile di scrittura che è stato usato per tutta la storia, anche quando si trovavano solo in un nascondiglio.

Risulta un primo romanzo buono con molte potenzialità, ma con qualche correzione e revisione sarebbe risultato un ottimo lavoro, più completo e incisivo. Perché l'argomento è interessante e soprattutto è una storia molto importante che deve essere raccontata.

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