venerdì 16 settembre 2016

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di William Shakespeare

Questa era la tappa della #MaratonaShakespeariana che in assoluto aspettavo con più trepidazione. Sono anni che desideravo leggere quest'opera, ma solo ora ne ho avuto l'occasione e il tempo. E sapevo già che sarebbe stata affine alle mie corde.
Così una calda notte d'estate sono andata a letto e ho letto un sogno... o forse l'ho fatto?

Commedia in cinque atti, ambientata ad Atene (e in un bosco vicino).
Mentre fervono i preparativi per il matrimonio tra Teseo, Duca di Atene, e Ippolita, Regina delle Amazzoni; Ermia comunica al padre Egeo che non intende sposare Demetrio, perché innamorata di Lisandro che ricambia i suoi sentimenti. Al padre non interessano le suppliche della figlia, secondo lui dovrà sposare comunque Demetrio.
Così Ermia e Lisandro decidono di scappare la sera stessa attraverso il bosco. Elena, amica di Ermia e innamorata da tempo di Demetrio, decide di avvisare quest'ultimo della fuga dei due innamorati. Cominciando un inseguimento nel fitto bosco.
Il bosco vicino ad Atene è un regno di fate, pieno di mistero e insidie. Qui si svolge anche la storia di Oberon, re delle fate, che con l'aiuto del suo folletto Puck, vuole rubare un servitore a sua moglie, la regina Titania. Le loro vicende si uniranno e mescoleranno, creando scompiglio, con quelle degli amanti in fuga e con quelle di una "compagnia teatrale", composta da artigiani ateniesi, che si trovano nel bosco per le prove del loro spettacolo.

Il matrimonio tra Teseo e Ippolita passa subito in secondo piano, già all'inizio del Primo Atto, perché qui la questione più spinosa è Egeo che costringe la figlia a prendere come marito Demetrio. Ermia in realtà è innamorata di Lisandro e non si capisce bene perché il padre insista così tanto a ostacolare questo amore. In fondo i due ragazzi sono pari per ricchezze, lignaggio e reputazione; ma Egeo è molto chiaro, se Ermia non sposa Demetrio, ha solo due opzioni: può farsi suora o uccidersi... e per il padre è assolutamente indifferente quale scelta farà la figlia.
Come tutti gli amanti ostacolati che si rispettino, decidono di scappare; ma, purtroppo, anche nel Cinquecento c'era l'amica gelosa che fa la spia e qui Shakespeare le da il nome di Elena.

Nel Secondo Atto incontriamo il re e la regina delle fate, rispettivamente Oberon e Titania. E' chiaro da subito che questi due personaggi, nonostante siano marito e moglie, in realtà non si sopportano molto e sono avvezzi a farsi scherzi e incantesimi. Ad esempio Oberon sparge il succo di un fiore sulle palpebre di Titania addormentata, in modo che appena sveglia si innamori di chi ha davanti.
Puck, braccio destro di Oberon, è senza ombra di dubbio il personaggio più simpatico e più interessante. Grazie a lui, o meglio alla sua sbadataggine, il vero conflitto in questa commedia prende forma e si sviluppa: è lui che sparge il succo di fiore sulle palpebre di Lisandro, invece che su quelle di Demetrio, e a causa di ciò si innamora di Elena, gettando Ermia nello sconforto. Una vera e propria commedia degli equivoci.

E' sempre Puck che nel Terzo Atto, incontrando nel bosco la compagnia teatrale, trasforma la testa di uno degli attori in quella di un asino. Quando Titania si risveglia si trova di fronte questo uomo con la testa di asino e se ne innamora, ordinando alle sue fate di trattarlo come un principe, adorarlo e coccolarlo.
Fortunatamente interviene Oberon, che accorgendosi dell'errore di Puck con gli amanti ateniesi, si mette all'opera per cercare di sistemare tutto; facendosi aiutare comunque dallo spiritello in modo che capisca i suoi sbagli e li sistemi.

Mentre gli amanti restano addormentati in scena, nel Quarto Atto, Oberon ha un altro equivoco da sistemare: svegliare Titania dal finto innamoramento e togliere la testa da asino al povero Rocchetto, in modo che torni a casa e faccia lo spettacolo.
Oberon è il burattinaio di tutte le scene, che gioca benevolmente con i mortali e crudelmente con Titania per imporre il suo dominio; ma è anche il personaggio che alla fine sistema tutto. Infatti, grazie al suo intervento: Rocchetto torna alla normalità, Ermia e Lisandro tornano ad amarsi come prima e svegliandosi Demetrio si innamora perdutamente di Elena.
Elena è l'unico personaggio disincantato, che sa riconoscere la verità e non crede nemmeno per un minuto che sia Lisandro che Demetrio siano innamorati di lei, ma è convinta che sia tutto uno scherzo e che ne faccia parte anche Ermia. Nonostante lei sia così reale e realistica sarà l'unica, purtroppo, a non avere un amore reale, ma frutto di un incantesimo che continua oltre la notte stregata.

Essendo una commedia, il Quinto Atto è scena di lieto fine e divertimento. Prima di tutto vengono celebrati tre matrimoni, non uno come annunciato nell'apertura dell'opera. Tre matrimoni felici e desiderati molto da tutte le parti interessate (nemmeno Egeo può più opporsi ormai). In più la storia si conclude con la messa in scena dello spettacolo, tanto atteso, da parte della "compagnia teatrale" composta dagli artigiani della città. Quella famosa formula del "teatro nel teatro" che Shakespeare introduce spesso nelle sue opere, e che forse per la prima volta gli viene dedicato un intero atto.


La parola Sogno, in queste pagine, può acquisire molteplici significati, tra cui quello di fantasia e fiaba: una bella fiaba a lieto fine, che racchiude in se un po' di mitologia greca, folklore inglese e mitologia celtica, sullo sfondo di una Atene e di un bosco immaginari e romanzati.
Ma il fatto che si tratti di un Sogno, oltre ad essere esplicito nel titolo, è anche ripetuto più volte nel testo, fino alla dichiarazione di Puck nell'epilogo finale:
"Se noi ombre vi abbiamo irritato, non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia. Non prendetevela, miei cari signori." 
I mondi che appaiono in questa commedia sono essenzialmente tre: il mondo terreno, che a sua volta si divide in mondo della realtà (Teseo, Ippolita e le due coppie di innamorati) e della realtà teatrale (gli artigiani di Atene che mettono in scena uno spettacolo); e il mondo ultraterreno, il mondo della fantasia, della magia con gli spiriti fatati e le "ombre".
Sembra tutto ben distinto e separato all'inizio, ma ogni distinzione cade e svanisce quando i tre mondi convergono nella notte stregata nel bosco (che diventa un labirinto da cui è difficile uscire). Questo punto della commedia appare forse un po' confuso e caotico, diventa difficile capire quale sia il mondo della realtà e quale quello della fantasia, o dire se esista veramente una realtà. Ma io ho trovato splendido e coinvolgente il modo in cui i due mondi si riflettono a specchio e riecheggiano l'uno nell'altro.

Alcuni temi qui trattati si possono ritrovare anche in altre opere shakespeariane. Come ad esempio, il tema del matrimonio imposto dalla tirannia paterna, qui accennato solo all'inizio, ma invece sviluppato in chiave tragica in Romeo e Giulietta. Oppure il tema della magia: presente anche ne La tempesta, dove la magia faceva parte della vita quotidiana di Prospero e riconosciuta da tutti; appare anche qui, dove però il mondo magico è separato da quello terrestre, è un mondo nascosto che però riesce ad influenzare la vita del bosco in modo molto ampio. In più, ne "La tempesta", anch'essa una commedia, Shakespeare ripropone ancora il concetto di Sogno, anche se solo accennato.
La tristezza è un altro tema presente, e quasi predominante, in questa commedia (e sembra un controsenso). Ma questo sentimento aleggia lungo tutta la storia ed è ben riconoscibile prima in Ippolita e Titania e poi riflessa in Elena e anche in Ermia, che si disperano per amore.

Nonostante ci sia un lieto fine, Sogno di una notte di mezza estate non è una commedia consolante, ma è aspra e inquietante, tenebrosa come la notte in cui si snoda la storia, con temi difficili e per lo più irrisolti. Tuttavia è un meraviglioso momento di spettacolo, basti pensare alle poesie, alle danze e ai canti delle fate; ma anche allo spettacolo messo in scena, alla fine, da Rocchetto e gli altri artigiani.
Sicuramente mi è piaciuto molto leggere quest'opera, per ora è una delle mie preferite, ma credo che poterla vedere rappresentata a teatro sia ancora più bello, coinvolgente e magico... un vero Sogno.