martedì 31 gennaio 2017

VIETATO LEGGERE ALL'INFERNO di Roberto Gerilli

Speechless è una realtà editoriale no profit che ha esordito nel 2012 con una rivista letteraria omonima. La responsabile Alessandra Zengo mi ha contattata per propormi questo nuovo romanzo, con il quale sono tornati attivi dopo un anno di pausa. Mi ha presentato "Vietato leggere all'inferno" di Roberto Gerilli come "un thriller pulp a sfondo distopico che, tra una sparatoria e l'altra, parla anche di libri, editoria e scrittura". Come potevo non essere invogliata a  leggerlo? Mi aveva già convinta a "distopico".
Visto che lungo tutto il romanzo il protagonista si rivolge spesso al lettore, mi è sembrato carino che anche la sinossi fosse fatta in questo modo. Quindi lascio la parola ad Amleto per le presentazioni. e che vi spiegherà di cosa parla questo libro.

Mi chiamo Amleto Orciani e sono un libromane. Ho trentacinque anni e mi faccio dall'età di dodici, quando la lettura era ancora legale. Ho iniziato per scherzo con  L'isola  del tesoro e non ho più smesso. Leggere è la prima cosa a cui penso quando mi sveglio e l'ultima prima di andare a dormire. Sono talmente assuefatto da conoscere il significato di parole come paradosso, pennivendolo e opulenza. Insomma, uno sniffa-inchiostro senza speranza.
Vivo vicino ad Ancona, lavoro come inserviente in un discount di bricolage e arrotondo spacciando romanzi alla gente della zona. La mia vita non è un granché, ma mi ci trovo. Il problema è che vorrei avere più soldi, per questo accetto di aiutare Eleonora. La ragazza è brava, ma così folle da voler cambiare il mondo dell'editoria da sola. Per seguirla mi tocca coinvolgere amici discutibili e incontrare gente che preferirebbe vedermi morto (il Bibliotecario ti dice niente?). Meno male che ho dalla mia Caterina, una camgirl con un secondo lavoro ancora meno presentabile del primo, però non sono sicuro mi possa salvare il culo, stavolta. Se ne esco vivo, giuro che smetto di leggere. Forse.
Vietato leggere all'inferno racconta la mia storia. Non insegna qualcosa che vale la pena di conoscere, non ci sono buoni sentimenti o altre cazzate ma per sballarsi con gli amici è perfetto. Prova, e fammi sapere se funziona

Lo stile di Roberto Gerilli è semplice, diretto e pulito: niente emozioni e poche descrizioni, tanti fatti e dialoghi, più che altro botta e risposta. Inoltre tutto viene narrato in prima persona, dal punto di vista del protagonista Amleto, che molto spesso si rivolge direttamente al lettore, con il quale instaura un vero e proprio rapporto di confidenza. Tutto questo porta a una lettura agile e decisamente scorrevole.
I libri hanno un ruolo importante in questa storia. Vengono introdotti nella narrazione, spezzoni di alcune delle più grandi opere letterarie di sempre, conosciute da tutti a livello mondiale. Ci si ritrova, tra le altre, a leggere stralci e frasi incisive di alcune opere teatrali di Shakespeare, del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes Saavedra, di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, de La storia infinita di Michael Ende e di Pinocchio di Collodi; ma si trova anche qualche accenno a film molto famosi. Le citazioni in questo romanzo sono molte, ma mai fastidiose, sono inserite al posto giusto nel momento giusto e risultano funzionali allo svolgimento della storia.

È un libro che parla di libri, con protagonisti che scrivono un libro, in un mondo in cui è illegale leggere. Infatti, a causa della legge Montag la lettura è severamente vietata e trattata alla pari di qualsiasi sostanza stupefacente. I tossicodipendenti in questo caso vengono chiamati libromani, o in modo dispregiativo sniffa-inchiostro. Il mondo creato da Gerilli segue le stesse dinamiche che conosciamo riguardo lo spaccio di droga, ma con i libri; quindi gli spacciatori vendono paragrafi o libri interi agli angoli delle strade, i tossici devono nascondersi vivendo una vita di emarginazione e i veri trafficanti che gestiscono questo mercato sono gli Editori (persone pericolose e prive di scrupoli), ci sono anche centri di recupero, gruppi di sostegno anonimi e quant'altro. Nemmeno le trasposizioni cinematografiche di romanzi sono accettate e gli unici libri ammessi sono quelli religiosi.
Non è un distopico ambientato in un futuro post-apocalittico, con la tecnologia a farla da padrone o con elementi poco affini alla nostra realtà quotidiana. No. Il mondo descritto dall'autore è estremamente simile a quello che conosciamo oggi, le cose non sono diverse, tranne che per il fatto che non è più consentito leggere libri, nemmeno a scuola, e che la cultura dell'intera popolazione passa solo attraverso i programmi della televisione.
Da romanzo distopico all'inizio, vira decisamente verso un genere più thriller, poliziesco, d'azione e ci ritroviamo tra inseguimenti, sparatorie, fughe rocambolesche e killer spietati e sanguinari.
Con continui colpi di scena, alcuni prevedibili e altri invece no e altri ancora a cui non si vuole credere. Ad esempio, senza fare spoiler, la morte di un certo personaggio me l'aspettavo, ma quando è accaduta non ci volevo credere perché mi dispiaceva troppo.

Nei primi capitoli il protagonista Amleto appare un po' volgare nel parlato. Mi da fastidio sentire (e leggere) un linguaggio scurrile, soprattutto quando sembra messo lì senza motivo e del tutto gratuitamente. Fortunatamente, andando avanti, il linguaggio viene moderato e quelle poche volte che compaiono di nuovo delle volgarità sono giustificate dalla situazione ricca di tensione e colpi di scena.
All'inizio il personaggio di Amleto mi è sembrato anche un po' sessista, perché le uniche caratteristiche con cui indicava le due comprimarie erano solo fisiche, cioè descrizioni solo di tette e fondo schiena. Poi mi ha decisamente fatto cambiare idea, perché le due protagoniste, Eleonora e Caterina, si rivelano veramente in gamba, astute, intelligenti, in grado di badare a loro stesse ed eccellenti nell'uso delle armi (non proprio gli stereotipi della femminilità). Questo mi è piaciuto molto, anche perché è il personaggio maschile che invece appare come un inetto nelle situazioni di pericolo e viene salvato sempre dalle due ragazze. Non sono certo da biasimare le reazioni di Amleto in queste particolari situazioni, perché probabilmente è come reagiremmo tutti non essendo abituati a sparatorie, inseguimenti e tentati omicidi.

Un bel romanzo pop, che scorre tra le mani con agilità e con un ottimo ritmo incalzante. Una storia originale che, in un certo modo, denuncia un po' il mondo dell'editoria e soprattutto la società odierna, più incline a guardare la televisione e lasciarsi inebetire da certi programmi, piuttosto che leggere un libro (dato le statistiche sempre più basse sui lettori italiani).
Fa anche riflettere sull'importanza della letteratura (quella buona) per poter crescere ed essere persone migliori, e sul piacere di lasciarsi trasportare durante la lettura di un buon libro.

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