martedì 11 luglio 2017

QUELLO CHE È SUCCESSO A JOANA di Valèrio Romão

Continuiamo il nostro mese del #IndieBBBCafè dedicato a Caravan Edizioni e lo facciamo con un libro bellissimo e struggente, che è anche la loro ultima uscita.
Parlo di Quello che è successo a Joana dello scrittore e poeta portoghese Valèrio Romão. Questo romanzo insieme ad un altro intitolato Autismo, nelle intenzioni dell'autore, dovrebbero far parte di una trilogia intitolata Paternità mancate.

Joana aspetta da otto anni di diventare madre. Insieme al marito ha già cambiato tre volte il colore della stanza del bimbo.
Quando una notte, al settimo mese di gravidanza, le si rompono le acque, corre in ospedale seguendo un piano che ha programmato sin nei minimi dettagli.
La sala travaglio è una stanza delle torture dove le donne affrontano la ritmicità dei dolori nell'indifferenza professionale del personale sanitario. Ma le cose non vanno secondo le previsioni. Errore umano? Destino geneticamente determinato?
Unica via di fuga per far fronte a un inaccettabile fallimento sarà scivolare in una follia straripante, in grado comunque di procurare a Joana un'inattesa forma di consolazione.


Lo stile di Valèrio Romão è ricco e corposo, a volte diventa quasi lirico e astratto sottolineando così il suo essere anche poeta. Una scrittura che all'inizio appare un po' complicata, difficile da seguire, ma basta prenderci un po' la mano e nel giro di poche pagine scorre benissimo, fluida e veloce. Così veloce che a un certo punto ho rallentato la lettura, perché non volevo finirlo troppo in fretta e desideravo gustarmelo appieno fino all'ultima pagina.

Il romanzo comincia con una scena inquietante, a tratti disturbante per quello che succede e per come è descritto. Dopo aver superato l'ostacolo di leggere quei contenuti, ho capito che era una scelta azzeccatissima dell'autore: con quella scena il lettore prende subito confidenza con l'ambientazione inquietante, sconvolgente e a volte surreale, che poi incontrerà qualche pagina dopo e che lo accompagneranno, con sensazioni ed emozioni veramente forti, per tutto il romanzo.
Ci ritroviamo a vivere quello che per Joana dovrebbe essere uno dei giorni più belli della sua vita, ma che a causa di un infausto destino, si trasforma in un incubo terribile.
La povera Joana si ritroverà, abbandonata in una sala travaglio insieme ad altre donne, a soffrire e ad avere paura, senza la possibilità di affidarsi alla compassione di nessuno, nemmeno di suo marito che verrà tenuto distante e all'oscuro di questo momento precedente al parto.
La protagonista all'inizio cercherà di farsi carico anche della sofferenza delle altre partorienti, aiutandole e sostenendole; ma ben presto quella situazione frustrante e sconvolgente avrà la meglio su di lei e la isolerà nel suo letto, sprofondata quasi nella follia, in attesa di mettere al mondo suo figlio.
Al lettore, del tutto avviluppato e coinvolto dalla storia, sembrerà di essere in quella terribile sala travaglio, sentendo le urla e le imprecazioni delle donne, i loro pianti e sospiri. Io mi sono ritrovata a desiderare di riuscire a tenere la mano di queste ragazze e poterle consolare.

Un perfetto e incisivo romanzo di denuncia sulla situazione delle partorienti in alcuni ospedali. Donne spaventate, confuse e doloranti lasciate completamente a sé stesse. Dottori troppo arroganti e altezzosi per concedere una parola gentile o un po' di conforto. Infermiere distratte, frustrate e indifferenti che non si permettono nemmeno un minimo di educazione e delicatezza nel trattare le povere gestanti.
Un ambiente decisamente ostile, che sicuramente non prepara, non mette a proprio agio e che non permette di vivere serenamente una delle gioie della vita (o che almeno dovrebbe esserlo).
Vi avviso che si prova molto stupore misto a tristezza leggendo come viene trattata Joana e cosa è costretta a sopportare, l'empatia nei suoi confronti è tanta, ma c'è anche molta rabbia. Rabbia verso il personale sanitaria, al quale una persona si affida in un momento di bisogno e di sofferenza e che non è in grado di dare una risposta empatica e rassicurante.

Non crediate che sia solo un romanzo, cioè non pensiate che sia tutto inventato o circoscritto ad alcuni ospedali portoghesi. No cari miei, purtroppo no. Si tratta di una realtà molto comune, presente in moltissimi ospedali del mondo, anche molti in Italia.
Per questo motivo è nata anche una campagna in tutto il mondo (in Italia è contrassegnata dall'hashtag #bastatacere) contro la violenza ostetrica. Potrete leggere la testimonianza di migliaia di donne che raccontano di come sono state trattate male, in modo irrispettoso, a livello fisico e psicologico da dottori, ostetriche e infermiere, molte umiliate pesantemente e derise, trattate peggio che animali.
Se vi interessa approfondire vi lascio il link all'articolo del Corriere della Sera che spiega tutto molto bene e riporta anche alcune testimonianze, in modo che possiate farvi un'idea di questa grave piaga che una società civile e rispettosa non dovrebbe avere, soprattutto in ambienti delicati come gli ospedali.

Come finirà questa storia? Cosa succederà a Joana? Troverà un po' di pace e sollievo? Non sarò certo io a dirvelo, ma dovrete leggere questo splendido libro.
Per qualcuno sarà dura e difficile, ma vi sprono ad arrivare fino in fondo perché ne vale veramente la pena. Una storia toccante, che vi entrerà nel cuore per non abbandonarvi più. Perfettamente scritta, ricca di dettagli e accuratamente costruita; una lettura drammatica e sconvolgente, che vi aprirà anche gli occhi su una realtà estremamente attuale e troppo comune nel mondo.

4 commenti:

  1. Buongiorno Dany, bellissima recensione come sempre ma ho proprio paura che questo libro sia per me off limit. Certe tematiche sono troppo dolorose, già lo so. Comunque, estremamente intrigante una letteratura da me poco esplorata come quella portoghese, dovrei proprio uscire un po' dalla mia "comfort zone" solita. Grazie per il tuo lavoro di informazione sulle piccole e medie CE: è un discorso che, come sai, parte da molto lontano...
    Ciao da Eva

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    1. Ciao Eva, grazie sei sempre gentile.
      Se questo ti sembra un po' troppo come lettura, ti consiglio di dare un'occhiata al catalogo di Caravan Edizioni, perché ha delle proposte veramente interessanti e potresti trovare qualcosa che fa più al caso tuo. Anch'io con i loro libri sto uscendo un po' dalla mia "confort zone" e mi sono resa conto che meritano veramente.
      A presto!!

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  2. Questa lettura decisamente deve essere fatta con lo spirito giusto e nel momento adatto perchè tratta tematiche vere e reali che purtroppo generano tante emozioni e non sempre belle. Non conoscevo nè il libro nè l'autore quindi grazie per la scoperta

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    1. Sì, bisogna valutare bene il momento giusto per leggerlo, ma ne vale la pena. E tieni d'occhio anche la casa editrice, è speciale e nel suo catalogo ci sono delle vere perle!!

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